LE NOSTRE RICHIESTE A DIO.

di Angelo Cappello

Parte I

Se consideriamo le tre grandi religioni cristiana, ebraica e islamica possiamo affermare che gran parte degli abitanti della terra pronunciano la parola “amen” durante il momento della preghiera o in altre occasioni.

Vogliamo soffermarci sulla parola “amen” che a pronunciarla sembra una parola di poca rilevanza, anzi spesso viene pronunciata con molta leggerezza e a volte viene anche abusato l’uso nel linguaggio e non ci si rende conto dell’importanza.

In ogni caso, un cristiano lo usa abitualmente alla chiusura di ogni preghiera a Dio.

L'avverbio ebraico ámén significa soprattutto "certamente", "in verità". Etimologicamente è connesso con il verbo ámán, che significa (in forma base, cioè qal) "educare".(1)

La parola “amen” biblicamente parlando significa “verità”; infatti, in Matteo e Marco, Cristo dichiara le sue promesse:

Gesù disse loro: "Amen, amen vi dico che …” reso nelle varie traduzioni con “In verità, in verità vi dico che …”. e ancora “i giudizi dell'Eterno sono verità (amen), tutti quanti sono giusti;” (Salmi 19:9) “L'Eterno ha giurato a Davide in verità (amen) e non cambierà” (Salmi 132:11)

Leggiamo alcuni versi in cui viene pronuciata la parola “Amen”.

“Maledetto chi sprezza suo padre o sua madre! E tutto il popolo dirà: Amen”. (Deut. 27:1)

“SIA BENEDETTO L'ETERNO, L'IDDIO D'ISRAELE, DI SECOLO IN SECOLO. AMEN! AMEN!” (Salmi 41:13)

“Or al re dei secoli, immortale, invisibile, solo Dio, siano onore e gloria ne' secoli de' secoli. Amen”. (1Timoteo 1:17)

“Ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in sempiterno. Amen.” (2Pietro 3:18)

Da questi versetti possiamo notare che l’amen è posto alla fine di una preghiera, di una affermazione o di un giudizio come un sigillo nel nome di Gesù; l’amen è detto sia per le maledizioni che per le benedizioni.

Sicuramente molti di noi dicono “amen” o “cosi sia” dopo aver pregato e fatto richieste a Dio, però quanti di noi dicono “amen” coscienti di quello che si è chiesto? Siamo sicuri di volere quello che abbiamo chiesto, e di aver chiesto le cose giuste? Forse non ci rendiamo conto che il nostro “amen” è detto davanti al trono di Dio Padre e che essa è la nostra firma scritta con il Sangue di Cristo.

Dobbiamo riflettere e comprendere quello che chiediamo al Signore e come lo chiediamo prima di pronunciare l’Amen.

Gesù ci invita così:

“E nel pregare non usate soverchie dicerie come fanno i pagani, i quali pensano d'essere esauditi per la moltitudine delle loro parole”. (Matteo 6:7)

“E quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro a qualcuno, perdonate; affinché il Padre vostro che è nei cieli, vi perdoni i vostri falli”. (Marco 11:25)

“non cessate mai di pregare;” (1Tess. 5:17)

“Parimente ancora, lo Spirito sovviene alla nostra debolezza; perché noi non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili” (Rom 8:26).

È lo Spirito in noi che valuta la nostra preghiera perché noi non sappiamo quello che chiediamo e spesso non riflettiamo abbastanza all’Amen che diciamo dopo ogni preghiera. Il Signore Gesù Cristo dice di non usare troppe parole nelle nostre richieste e ci ricorda che Lui già sa di cosa abbiamo bisogno.

Paolo, in occasione del dono delle lingue, aggiunge “Che dunque? Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con l'intelligenza; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò anche con l'intelligenza. Altrimenti, se tu benedici Dio soltanto con lo spirito, colui che occupa il posto come semplice uditore come potrà dire: «Amen!» alla tua preghiera di ringraziamento, visto che non sa quello che tu dici? (1Cor 14:15-16)

Quindi prima di pronunciare l’Amen dobbiamo comprendere bene quello che chiediamo sia singolarmente che nell’assemblea dei fedeli.

E dobbiamo comprendere anche che il mostro “amen” venga detto con il desiderio che accada quello che è stato richiesto.

Dio non è sordo e nemmeno muto perché ci sia la necessità di ripetere sempre le stesse cose, dobbiamo essere convinti che Dio esaudisce la nostra richiesta nel momento del mostro amen.

“Ma la chieda con fede senza dubitare, perché chi dubita è simile all'onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. Non pensi infatti un tal uomo di ricevere qualcosa dal Signore, perché è un uomo dal cuore doppio, instabile in tutte le sue vie” (Giac 1:6).

Se noi nutriamo dei dubbi su quello che chiediamo non possiamo ottenere nulla dal Signore, ma, se abbiamo fede e chiediamo qualunque cosa secondo la Sua volontà, la otteniamo. E se non la otteniamo? Vuol dire che il Signore ha qualche progetto per noi che non conosciamo; dobbiamo aspettare che Dio ce lo riveli.

Paolo racconta quando fu guarito dalla sua infermità: “Ora voi sapete come nel passato io vi evangelizzai a causa di una infermità della carne; e voi non disprezzaste né aveste a schifo la prova che era nella mia carne, ma mi accoglieste come un angelo di Dio, come Cristo Gesù stesso” (Gal.4:13). Mentre in un’altra occasione Paolo ci racconta come non fu guarito dal Signore e ci dice anche il perché: “Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me; ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me”. (2Cor 12:8).

Fratelli, siamo figli di Dio e come tali dobbiamo comportarci, Cristo non è morto invano perché in mostro “amen” sia senza effetto. Riflettiamo bene quando lo pronunciamo perché esso esprime la nostra richiesta per ogni cosa nella Verità; cerchiamo di fare le nostre dovute richieste con convinzione e per il bene di tutti.

Gesù si definisce Io sono l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine (Apoc. 1:8, 21:6, 22:13) e l’Amen in Apocalisse capitolo 3 al versetto 4: “Queste cose dice l'Amen, il testimone fedele e veritiero, il principio della creazione di Dio e il compimento di tutto: Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita”.(Apoc 21:6); vediamo che Cristo si identifica come l’Amen di ogni cosa che si è realizzato e si realizza;

Amen vuol dire Verità perché Lui è la Verità, Egli è “COLUI CHE È” cioè l’”IO SONO”.

Tutto conduce e condurrà a Cristo, per Lui e in vista di Lui tutto è stato creato e perciò Lui rappresenta il fine e la fine di ogni cosa ecco perché quando parla il Signore Gesù l’amen introduce il discorso in quanto è il principio di ogni cosa, mentre quando siamo noi a parlare l’amen viene pronunciato alla fine a significare che ci rimettiamo a Lui in ogni cosa.

Nella Parola di Dio alcuni libri e lettere del Nuovo Testamento sono rimasti aperte ossia alla fine non compare la parola “amen” e uno di questi è il libro degli Atti degli Apostoli, preferisco definirlo “le Opere di Cristo”.

Rappresenta l’inizio della storia della chiesa che dura fino ad oggi e giungerà alla fine con l’Amen, Gesù Cristo?

Chi pronuncia l’amen pone la parola fine a quanto detto o stabilito; infatti, la Parola di Dio è sugellata con queste solenni palore: “Tuttavia il testimone dice sì vengo presto Amen sì Vieni Signore Gesù la grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti i santi Amen”.(2)



(Segue parte II …)


Note:
  1. (1) dall’enciclopedia online Wikipedia.
  2. (2) volutamente abbiamo omesso la punteggiatura: “λέγει ο μαρτυρών ταύτα ναι έρχομαι ταχύ αμήν ναι έρχου κύριε Ιησού η χάρις του κυρίου ημών Ιησού χριστού μετά πάντων των αγίων αμήν”

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